#memissionMario
Un bel giorno, Gesù spara questa domanda a bruciapelo ai suoi, dopo averli prima assai più generalmente interrogati su cosa “la gente” pensasse di lui.
Non c’è che dire: “la gente” è sempre una bella zattera di salvataggio, quando uno non si vuole sbilanciare troppo e non vuole compromettersi individualmente. Un comodo soggetto indistinto e senza volto, a cui si puo’ tranquillamente far finta di non appartenere, prendendone tacitamente le distanze.
Ma Gesù conosce bene i suoi polli: e dopo quella domanda buttata lì, sulle generali, affonda il colpo e li stana da quel pochissimo impegnativo ” sentito dire”.
“Disse loro: «MA VOI, chi dite che io sia?».
Ohi, che male, quel MA.
E quel MA VOI, che significa: ma TU, ma NOI.
Ma IO.
Buio sugli altri, ciascuno di noi acchiappato per un braccio e tirato in primo piano, messo al centro della scena, un faretto ben acceso e puntato in faccia, una domanda ineludibile a quattr’occhi.Un faccia a faccia scomoduccio, poche storie.
Bene, tutto questo prologhino per dire che , giunti alla fine di questo #mesemissionMario, siamo noi a finire interrogati dalla faccia vagamente scanzonata di Mario che ci guarda da una delle sue non molte foto e ci pone, obbligatoriamente la domanda: MA VOI, chi dite che io sia?
Perché conosciuto Mario, tutto si puo’ fare, fuorché gli indifferenti.
Ciao a tutti, alla prossima.